martedì 28 marzo 2017

L'eclettica


Paolo incontrò Clelia ad un concerto di un gruppo indiepoptronicpostcoldwave nel quale lei e un'amica erano le uniche ragazze presenti, a parte le fidanzate dei posthipster che però come sempre facevano tappezzeria e quando il ragazzo non le vedeva whatsappavano furiosamente con amichedelcuore e amicipiùpiùpiù. 
Clelia e la sua amica invisibile ascoltavano la musica con il volto inclinato e guardavano la band con le orecchie risapute, abbastanza perché Paolo lasciasse il suo amico invisibile per fare la prima chesperiamononsiaanchelultima domanda:
- Piaciuto il concerto?
E lei si limitò a un mezzo sorriso e a un'alzata di spalle.
E lui fece la domanda che non avrebbe mai dovuto:
- Che altri gruppi ti piacciono?
E lei diede la risposta che non avrebbe mai dovuto:
- Mah, non so se li conosci.
E lui dopo un tempo variabile aggiunse:
- Mi dai il tuo numero?
E lei glielo diede come se ne avesse 1000 e uno in meno non le facesse differenza.
E da quel giorno comunicarono molte volte e in molti modi, anche se non si videro mai più perché abitavano distanti.
E lui stava molto attento a decifrare le poche parole che lei ogni tanto lasciava cadere - come un turista maleducato lascia cadere per terra i biglietti del tram e dei musei - e che diventavano immediatamente l'argomento al quale lui sembrava aver dedicato l'intera esistenza. 
- Sei veramente una ragazza eclettica - le scriveva lui ogni tanto.
E lei rispondeva con faccine sorridenti.
E la volta in cui lei citò Yukio Mishima - stando bene attenta a non specificare se in senso positivo o negativo - lui le scrisse un copiaeincollaecimettoqualcosadimio di 60 righe e lei gli mostrò un pollice in alto.
E la volta in cui lei alluse all'Effetto Lucifero lui le allegò una tesi di laurea che aveva trovato chissàcome in una pagina di Altervista e lei gli rispose "carino". 
E la volta in cui lei menzionò Sasha Grey lui fece saltimortali per non scrivere niente che fosse troppo sessista o troppo poco sessista ma a lei non andò bene comunque anche se non gli spiegò mai cosa c'era di sbagliato.
E la volta in cui lui le scrisse che non pensava di poter stare senza di lei e senza il suo eclettismo ma lei disse che non ci credeva nemmeno un po'.  
E lui non si fece mai più sentire ma lei non se ne preoccupò perché aveva molte altre cose a cui pensare.   

E qualcuno dirà che c'è un modo migliore di dire e non dire le cose.