venerdì 30 settembre 2016

Dio, l'uomo e...

- Lasci, faccio io - disse il sagrestano, inserendo rapidamente nella fessura una moneta da un euro, al posto di quella che proprio non voleva saperne di uscire dalla mia tasca.
L'abside si illuminò a giorno, e con essa anche la splendida pala d'altare che la sovrastava.
- Meravigliosa, no? - chiese lui, e non potei fare altro che confermare. Se lì per lì mi aveva vagamente infastidito il fatto che mi fosse scivolato alle spalle con quei modi untuosi che spesso ha la gente di parrocchia, la visione del capolavoro cinquecentesco ora mi metteva un tale stupore che mi trovai mio malgrado ad osservare:
- Divino...
Un baleno improvviso illuminò le vetrate alle mie spalle...decisamente il tempo andava peggiorando, rispetto alla pioggerellina leggera che avevo salutato al mio ingresso in chiesa. 
- Nel senso che è un'opera di Dio? - domandò ancora l'uomo vestito di nero, con un sorriso difficile da interpretare.
- Non saprei - risposi prudentemente. Non mi andava di sbandierare il mio pur conclamato ateismo proprio in una simile situazione.
- Se lei è venuto fin qui, sicuramente è un appassionato d'arte - constatò lui. 
Annuii. Il fastidio iniziale nei confronti del mio interlocutore stava lasciando il posto a qualcosa che, in altre circostanze, avrebbe potuto essere simpatia. Il suo tono di voce, secco ed essenziale, era gradevole. Gli occhi rossi e il taglio affilato del viso, molto meno.  
- Quindi saprà benissimo che i quadri non sono mai totalmente opera di Dio, nè mai totalmente opera dell'uomo. - proseguì. - Lei conosce la storia di questo dipinto?
Certo che la conoscevo. Era pur sempre legata alla mia città di origine.
- Sì - risposi - fu commissionata dagli abitanti di...
- No, non quella. - mi interruppe lui. La VERA storia.
- Ehm...no, non credo - borbottai, non proprio a mio agio.
Fuori continuava a tuonare e, nonostante la luce dell'abside si fosse spenta già da qualche minuto, i lampi continuavano ad illuminare a giorno la chiesa, passando dalla tela sopra l'abside al volto di quello che cominciavo a non essere molto sicuro che mi fosse venuto in aiuto, inserendo quella moneta al posto mio.