Mi è appena tornata in mente la storiella del maestro zen, che non sapeva se era stato lui a sognare di essere una farfalla o se era stata una farfalla a sognare di essere lui.
Forse perchè qui non è possibile distinguere il sonno da ciò che sonno non è. A volte mi sembra di essere costantemente sveglia, altre volte ho la sensazione opposta. E' come se avessi un enorme cuscino sotto di me...ma non capisco se serve a dormire meglio o solo ad isolarmi dal resto, a lasciarmi sola con i miei pensieri. Se di pensieri si può parlare.
Ti ricordi quando entravi con le pentole per svegliarmi, se alla domenica mattina stavo a letto fino a mezzogiorno?
Eri convinto di essere spiritoso, e forse la prima volta lo sei anche stato. Dopo un po' meno, ma non importa.
Ti perdono.
Lo faccio perchè so che ti farà stare meglio. Dove mi trovo io adesso, parole come perdono e colpa non hanno più alcun senso. Ma so che devo farlo per te, quindi tanto vale farlo tutto e subito.
Ti perdono per aver capito forse il 20% di quello che c'era da capire su di me.
Ti perdono per esserti vantato di capire quel 20% come se avessi scalato l'Everest.
Ti perdono per aver sempre - o quasi - rinunciato quando invece avresti dovuto distruggere tutto quello che si metteva in mezzo, ed insistito quando avresti dovuto lasciar perdere.
Ti perdono per non esserti fermato in tempo.
Ti perdono perchè, quando ti ho chiesto se era tutto sotto controllo, mi hai detto di sì.
Ti perdono perchè, quando ti ho detto che fosse successo mi sarei buttata dal tetto, ti sei limitato a sorridere, come se trovassi il tutto talmente inverosimile da non potersi mai avverare, o meglio talmente illogico da non poter mai succedere a te.
Ti perdono per non essere rimasto a casa quel giorno, per non aver risposto al telefono, per non essere salito sul tetto con me, per non avermi trattenuto, per non essere stato sul marciapiede un secondo prima che ci andassi a morire.
Ti perdono per quel figlio che nessuno dei due voleva.
Ora lasciami chiudere gli occhi.
porca miseria!
RispondiEliminaOggi parlavo del dolore e della solitudine. Certo io sono donna e ne parlo con cognizione. So che un uomo ha solitudine e dolore,ma so anche che il colore delle emozioni è completamente diverso fra noi. Qui sei riuscito ad avvicinarti tanto al colore che conosco. Il colore del vuoto intorno o della solitudine. Non voglio che tu prosegua oltre però. Non lo voglio per te. Bravo oer ciò che metti e scrivi
RispondiEliminaOggi parlavo del dolore e della solitudine. Certo io sono donna e ne parlo con cognizione. So che un uomo ha solitudine e dolore,ma so anche che il colore delle emozioni è completamente diverso fra noi. Qui sei riuscito ad avvicinarti tanto al colore che conosco. Il colore del vuoto intorno o della solitudine. Non voglio che tu prosegua oltre però. Non lo voglio per te. Bravo oer ciò che metti e scrivi
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