venerdì 19 giugno 2015

sciopero?

- Allora siamo d'accordo. Resta solo da capire qual è il punto di ritrovo.
- Ecco, brava. Un posto sicuro dove tutte possiamo arrivare facilmente. Non come l'ultima volta che le nuove non sono riuscite a trovarlo, le hanno beccate e mandate dentro di forza...
- Vabbè, ma quelle non sanno neanche dove stanno di casa!
- Oh, insomma! Quante volte vi ho detto che sti discorsi non li voglio neanche sentire! Dobbiamo stare unite, lo volete capire o no?
- Sì, sì, scusa.
- Unite sì...poi quando il capo ti chiama, però...
- Ehi, puoi anche parlare ad alta voce se hai qualcosa da dire. Non abbiamo mica finito qui...
- Non importa.
- Eh, no, cara. Adesso dici quello che hai da dire, se no te ne vai.
- Ma che cazzo...
- Ma che cazzo lo dico io. Mi sono rotta di ripetere sempre le stesse cose. Perché uno sciopero vada a buon fine bisogna che siamo convinte tutte.
- Sì, certo. E' facile parlare per te che sei tutta ciccì e coccò col capo...
- Senti, a parte che lui non decide niente...
- Come sarebbe non decide niente? Non è il capo?
- Stupida! si sa che lavora anche lui per qualcun altro...
- Comunque non mi va di litigare. Ne abbiamo già parlato più di una volta.
- Sì, e tu hai sempre raccontato la storia che lo fai per noi, che il sistema si combatte dall'interno e puttanate varie. Io dico che da quando sei tu che ci rappresenti le cose - a te - non vanno poi così male...
- Ha ragione!
- Ma di cosa state parlando???
- Basta!

L'uomo si tolse la maschera, si chinò e comincio a trasportare le scatole. Anche questa volta piene.
- Meno male che anche stavolta lo sciopero è saltato. Il giorno che impareranno a mettersi tutte d'accordo saranno cazzi...

- Già, ma non sarà così presto - commentò l'ape regina.

mercoledì 3 giugno 2015

per caso

Mi hanno fatto più domande nelle ultime 24 ore che in tutta la mia vita precedente, interrogazioni scolastiche comprese. Inevitabile, direi.
Il 99 per cento delle domande era assolutamente demenziale. Inevitabile anche questo, forse.
L'unica domanda non stupida che mi hanno fatto è stata quella a cui, lì per lì, mi sono sentito stupido io nel non saper rispondere. E' stato quando questo giornalista saccente mi ha chiesto se mi sentivo come John Bubber. Ho confessato che non sapevo chi fosse John Bubber,ma solo dopo qualche secondo: mi dava comunque fastidio, farmi trovare impreparato su quello che poteva anche essere un benefattore dell'umanità. E il tizio, con un sorrisetto da schiaffoni a due mani, mi ha spiegato che John Bubber è uno dei personaggi del film "Eroe per caso"...prima o poi me lo guarderò, per il momento ho letto la trama e naturalmente non c'entra proprio niente col caso mio. Meglio prepararsi però, nel caso che qualcun altro me lo chieda.
E sicuramente me lo chiederanno prima o poi. Se non veniva in mente al Signor So-tutto-io, prima o poi ci avrebbe pensato qualcun altro. Evidentemente mi merito di essere paragonato a un attore hollywoodiano, dopo quello che ho fatto.
Ah, non lo sapete?
E' una di quelle storie che, dopo averle lette, la maggior parte delle persone chiude i giornali o cambia pagina in internet, sbuffando: "sì, vabbè...". Molti pensano che le storie inverosimili non possano mai essere vere. Uno che nell'arco di un'ora salva due aspiranti suicidi è difficile da digerire per chiunque...mi immagino commenti del tipo: "e chi cazzo è, Superman?".
E invece è tutto vero. Se non fosse stato per me, il tizio che si stava buttando sotto la metro sarebbe già a fettine e quello che stava cadendo dal palazzo già spiaccicato sul marciapiede.
Quello che forse non sapete - e che non potete neanche sospettare - è che a salvare il primo non è stato un placcaggio da terza linea degli All Blacks; e che a salvare il secondo non è stata una presa al volo degna di un esterno dei New York Yankees (solo con un essere umano al posto della pallina). In entrambi i casi, si è trattato di banali interferenze. Eh, sì. Mi sono scontrato con quello della metro perchè le nostre traiettorie di corsa verso i binari si sono incrociate, mentre quello che stava facendo i 20 piani al contrario ha semplicemente trovato un'inaspettata resistenza nelle mie braccia già protese per il tuffo da 5 piani più sotto.
La prossima volta proverò col veleno, ammesso che mi torni la voglia.