mercoledì 3 giugno 2015

per caso

Mi hanno fatto più domande nelle ultime 24 ore che in tutta la mia vita precedente, interrogazioni scolastiche comprese. Inevitabile, direi.
Il 99 per cento delle domande era assolutamente demenziale. Inevitabile anche questo, forse.
L'unica domanda non stupida che mi hanno fatto è stata quella a cui, lì per lì, mi sono sentito stupido io nel non saper rispondere. E' stato quando questo giornalista saccente mi ha chiesto se mi sentivo come John Bubber. Ho confessato che non sapevo chi fosse John Bubber,ma solo dopo qualche secondo: mi dava comunque fastidio, farmi trovare impreparato su quello che poteva anche essere un benefattore dell'umanità. E il tizio, con un sorrisetto da schiaffoni a due mani, mi ha spiegato che John Bubber è uno dei personaggi del film "Eroe per caso"...prima o poi me lo guarderò, per il momento ho letto la trama e naturalmente non c'entra proprio niente col caso mio. Meglio prepararsi però, nel caso che qualcun altro me lo chieda.
E sicuramente me lo chiederanno prima o poi. Se non veniva in mente al Signor So-tutto-io, prima o poi ci avrebbe pensato qualcun altro. Evidentemente mi merito di essere paragonato a un attore hollywoodiano, dopo quello che ho fatto.
Ah, non lo sapete?
E' una di quelle storie che, dopo averle lette, la maggior parte delle persone chiude i giornali o cambia pagina in internet, sbuffando: "sì, vabbè...". Molti pensano che le storie inverosimili non possano mai essere vere. Uno che nell'arco di un'ora salva due aspiranti suicidi è difficile da digerire per chiunque...mi immagino commenti del tipo: "e chi cazzo è, Superman?".
E invece è tutto vero. Se non fosse stato per me, il tizio che si stava buttando sotto la metro sarebbe già a fettine e quello che stava cadendo dal palazzo già spiaccicato sul marciapiede.
Quello che forse non sapete - e che non potete neanche sospettare - è che a salvare il primo non è stato un placcaggio da terza linea degli All Blacks; e che a salvare il secondo non è stata una presa al volo degna di un esterno dei New York Yankees (solo con un essere umano al posto della pallina). In entrambi i casi, si è trattato di banali interferenze. Eh, sì. Mi sono scontrato con quello della metro perchè le nostre traiettorie di corsa verso i binari si sono incrociate, mentre quello che stava facendo i 20 piani al contrario ha semplicemente trovato un'inaspettata resistenza nelle mie braccia già protese per il tuffo da 5 piani più sotto.
La prossima volta proverò col veleno, ammesso che mi torni la voglia.  

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