- No. Tu?
- Nemmeno io. mai sa qual'è la cosa strana? Non ci sono mai stato, ma mi pare di averlo già visto tante altre volte.
- Anche per me ha qualcosa di familiare...
- Sì, vedi lì ad esempio? Scommetto che se giri a destra dopo quell'albero c'è un prato di narcisi.
- Beh, andiamo a vedere, no?
- Come volevasi dimostrare
- Ah, ah. Ma guarda che io non ti avevo mica dato torto!
- Lo spero bene!
- Che scemo che sei.
- Tu mi rendi scemo...ma quanto ti amo?
- Mai quanto me!
- Ma che meraviglia questo parco...dovremmo tornarci più spesso.
- Ma ha un nome?
- Boh...non è nemmeno indicato nella cartina.
- Senti, ma poi sappiamo tornare indietro, vero?
- Questa è una domanda da non fare MAI a un uomo...non lo sapevi?
- Scemooooo
- Ammettilo...
- Eppure dovrebbe essere da qui che siamo entrati...
- Ok, se non vuoi dirlo tu lo dico io chiaramente: ci siamo persi. E tra un po' farà buio. Come pensi di risolverla, mister?
- Beh, in fondo cosa dobbiamo fare domani?
- Ma che...
- Sshhh...vieni qui...
- Yawn
- Ancora sonno?
- Fame più che altro.
- Vado a prenderti qualcosa?
- Come no, genio. Hai visto un ristorante qua vicino?
- Ho un'idea migliore...
Il vecchio scosse la testa.
- Non imparano mai
- Però non è giusto così. L'altra volta li avevi avvisati che non dovevano prendere i frutti di quell'albero - osservò l'uomo vestito di nero.
- Speravo che in qualche milione di anni avessero fatto dei passi in avanti - replicò il vecchio.
- Hai la memoria corta...non ti ricordi cosa hanno fatto duemila anni fa, altro che milioni.
- So già cosa stai per chiedermi - sorrise il vecchio.
L'uomo in nero sorrise a sua volta.
- Ok, te li lascio ancora un po'...ci rivediamo fra...quanto?
L'uomo in nero era già sparito, anche se l'eco della sua voce risuonò ancora a lungo nella mente del vecchio:
- Ma che razza di domande fai? Chiedi a me le cose che dovresti sapere tu...stai proprio perdendo colpi. Au revoir...forse.