Ti ricordi? Certo che te lo ricordi, come potresti dimenticartelo?
Ti ricordi di com'era qui? L'equivalente di migliaia di campi da calcio.
Campo da calcio, sì, C-A-M-P-O, ha la stessa radice di campagna. E qui non c'era neanche bisogno di dire che una volta era tutta campagna, semplicemente perché la città non c'era. E se c'era, era come un altra nazione, anzi: era come volare dalla Terra su Marte. Cosa puoi pensare di trovare su Marte? Non lo sai, non ne hai idea finché non ci arrivi davvero.
E ti ricordi anche del sogno, non puoi dimenticarti neanche di quello. Che tu per mesi hai sostenuto che era impossibile; ma non perché pensavi che lo fosse davvero, solo perché non volevi darmi ragione.
E adesso lo pensi ancora, che sia impossibile sognare il futuro invece che il passato? Adesso che per entrare nei campi da calcio devi avere il tesserino, o devi chiedere il permesso al prete, al dirigente, al custode?
Pensi ancora che sia impossibile visionare mostri di cemento armato dove ci sono colza e girasoli? O credi che si possano solo anelare le rive del fiume da dove tuffarsi, lì dove ora ci sono i circoli dei canottieri e dei tennisti e dei palazzinari?
Pensi ancora che i sogni semplici, quelli fatti di rimpianti e di consigli della mamma, fossero comunque migliori?
Che vivessimo in una sorta di età dell'oro, dove il pallone rotolava fra le gambe e non fra le intersezioni delle zone della mia o della tua competenza, dove in spiaggia si andava per fare il bagno e per mostrarsi, non per morirci come se dovessi cadere da una scogliera?
Pensi ancora che si possa pensare solamente all'incontrario?