martedì 27 gennaio 2015

10 improbabili autori di capolavori - Reg Presley

Reginald Maurice Ball, in arte Reg Presley. Più o meno come se un attore si facesse chiamare Reg De Niro, o un cantautore italiano Maurizio De Andrè...
Il fatto è che non lo ha scelto lui, questo pseudonimo. Quando i suoi Troggs nell'anno di grazia 1966 spararono uno dopo l'altro 3 singoli del calibro di Wild thing, With a girl like you e I can't control myself, ai critici inglesi poteva veramente sembrare di essersi imbattuti nel nuovo re.
In seguito, non ci è voluto molto a capire che gruppi come Animals e Kinks, per tacere di altri, erano un filino meglio attrezzati come ambasciatori del pop inglese nel mondo. Per molti anni comunque Reg e i suoi hanno goduto di un rispetto incondizionato da parte di colleghi e addetti ai lavori, nonostante fosse abbastanza noto che il loro più grande successo - la citata Wild Thing - era una cover dell'oscuro cantautore americano Chip Taylor (quest'ultimo zio di Angelina Jolie, se a qualcuno interessasse...ma non si merita un approfondimento solo per questo, dai). Il pubblico invece cominciò abbastanza presto a voltargli le spalle, se si eccettua un timido successo nel 1967 con Love is all around.
Sì, proprio quella. Proprio la ballatona che quasi 30 anni dopo, come colonna sonora di Quattro matrimoni e un funerale, avrebbe fatto la fortuna di uno dei peggiori gruppi scozzesi di tutti i tempi e, indirettamente, di uno degli attori più cani che l'Inghilterra abbia mai partorito. Anche se il film non era poi così male.

THE TROGGS - LOVE IS ALL AROUND

mercoledì 21 gennaio 2015

passerà?

- credete che passerà oggi, il treno?
- secondo me no, neanche oggi
- già, non credo nemmeno io
- no, no
- secondo me invece oggi passa
- ovviamente. mai una volta che sei d'accordo.
- ehi, mi avete chiesto e io ho risposto...
- guarda che nessuno ti ha chiesto niente...
- ehi! zitte un attimo!
- ...
- ?
- no, niente. mi sembrava di sentirlo...
- ve lo dico io, non passerà più
- e come fai a esserne così sicura, sapientona?
- lo so e basta
- ha ragione. lei sa sempre tutto
- beh, proprio tutto no. ogni tanto si sbaglia anche lei
- sì, ma è stata lei a spiegarci come misurare...
- sì, lo so. il tempo. e non mi ha mai convinta. come fai a essere così sicura che oggi è oggi, e non un altro giorno?
- per quello che vi dico che il treno oggi non passa...
- perché oggi potrebbe non essere oggi...
- l'ho sempre detto, dovremmo portare anche noi quegli orologi. come loro
- ehi, fate un po' come vi pare. io mica vi obbligo a fare o non fare niente...
- bugiarda! e quella volta...
- zitte!
- ...
- ancora? non c'è il treno, vi dico!
- non passerà ne oggi ne mai
- calma, mancano ancora cinque minuti. e poi, quante volte è successo che è arrivato in ritardo?
- e come fai a sapere che è in ritardo se non hai l'orologio?
- vabbè, sapete che c'è? io me ne vado. ho di meglio da fare
- ah, come no...
- divertiti!

- ehi, ma seriamente. se non passa nemmeno oggi...?
- forse vuol dire che è la volta buona
- cioè? vuoi dire che...
- sì. se ne sono andati tutti.
- quindi è per quello che lui non si vede più?
- già

- be'. aspettiamo ancora cinque minuti.
- ma come fai a sapere quanti minuti sono se non hai...ok, sto zitta.


Dieci minuti dopo (in assenza di orologi, il tempo è approssimativo) le nove mucche rimaste si incamminarono, con ancora più calma del solito, verso le stalle.

lunedì 12 gennaio 2015

10 improbabili autori di capolavori - Harry Chapin

Ok, sono il primo ad ammetterlo: Harry Chapin non dovrebbe stare qui, o almeno non dovrebbe essere accomunato agli irrimediabili sfigati di cui abbiamo trattato finora.
Nel mondo della musica - pur notoriamente frequentato da filantropi - è stata una delle figure maggiormente impegnata nel sociale, tanto da meritarsi addirittura una medaglia del Congresso degli Stati Uniti. Finché ha vissuto è sempre stato al servizio delle migliori cause - in particolare quella della lotta contro la fame nel mondo - ed ha lasciato questa valle di lacrime ad appena 38 anni.
Quindi, almeno da questo punto di vista, la parola "sfigato" per una volta è etimologicamente corretta. A maggior ragione se scrivi una canzone come CAT'S IN THE CRADLE e non solo te la scippa un gigante come Johnny Cash, ma perfino dei rockettari senza arte nè parte come gli Ugly Kid Joe si elevano dal loro mediocre livello per farne una cover gigantesca.
In questa foto ricorda vagamente Donovan. Chissà che storia staremmo raccontando se avesse avuto un decimo della faccia da culo di quest'ultimo...ma, come direbbe Brian Wilson, forse Harry "just wasnt't made for those times".

CAT'S IN THE CRADLE

lunedì 5 gennaio 2015

100 di questi capodanni

Ogni anno, quando ci si trova il 31 dicembre per il veglione, succedono invariabilmente due cose:
1 - all'ultimo momento, manca qualcuno dei soliti amici, quelli che vedi durante tutto l'anno e che per qualche motivo più o meno misterioso il 31 si defilano. Influenze, partenze improvvise, catastrofi varie: poco conta il motivo, la sostanza sta nell'assenza.
2 - all'ultimo momento, si aggrega alla compagnia qualcuno che non hai mai visto prima e che non vedrai mai più. Il fratello, il cugino o l'ex compagno di banco di qualcuno, venuto direttamente dal Galles o da Singapore e in partenza il giorno dopo: poco conta chi sia, tanto rimarrà solo una faccia in qualche foto di gruppo, anzi spesso nemmeno in quella dato che - almeno prima dell'avvento dei selfie - era previsto che fosse lui stesso a scattarla.
Ecco, foto di gruppo a parte, in 100 anni non è cambiato nulla, probabilmente. I due eventi di cui parlavo prima sono praticamente gli stessi che annotava il mio bisnonno nel suo diario:

"Mai avrei pensato di trascorrere un capodanno simile.
Cara Juliet, se potessi vedermi adesso non crederesti ai tuoi occhi.
Sono sbronzo di alcol e sigarette, io che prima di partire non fumavo e bevevo solo mezza pinta il giorno del mio compleanno.
Ma quel che più di tutto ti sembrerà strano, ho perso a calcio e non mi sono arrabbiato. Nemmeno quando il tizio che adesso dorme qui vicino a me mi ha rifilato un calcione. Dovresti vederlo, Juliet: avrà più di 20 anni, ma è molto più biondo del figlio di tua cugina. Si chiama Jurgen, o qualcosa del genere. Fra un po' si dovrà svegliare e tornare dai suoi.
Peccato che Tom non sia qui a festeggiare con noi. Non sono riusciti a rimuovere quella maledetta scheggia. E' morto ieri mattina all'alba

Ypres, 1 gennaio 1915"