lunedì 5 gennaio 2015

100 di questi capodanni

Ogni anno, quando ci si trova il 31 dicembre per il veglione, succedono invariabilmente due cose:
1 - all'ultimo momento, manca qualcuno dei soliti amici, quelli che vedi durante tutto l'anno e che per qualche motivo più o meno misterioso il 31 si defilano. Influenze, partenze improvvise, catastrofi varie: poco conta il motivo, la sostanza sta nell'assenza.
2 - all'ultimo momento, si aggrega alla compagnia qualcuno che non hai mai visto prima e che non vedrai mai più. Il fratello, il cugino o l'ex compagno di banco di qualcuno, venuto direttamente dal Galles o da Singapore e in partenza il giorno dopo: poco conta chi sia, tanto rimarrà solo una faccia in qualche foto di gruppo, anzi spesso nemmeno in quella dato che - almeno prima dell'avvento dei selfie - era previsto che fosse lui stesso a scattarla.
Ecco, foto di gruppo a parte, in 100 anni non è cambiato nulla, probabilmente. I due eventi di cui parlavo prima sono praticamente gli stessi che annotava il mio bisnonno nel suo diario:

"Mai avrei pensato di trascorrere un capodanno simile.
Cara Juliet, se potessi vedermi adesso non crederesti ai tuoi occhi.
Sono sbronzo di alcol e sigarette, io che prima di partire non fumavo e bevevo solo mezza pinta il giorno del mio compleanno.
Ma quel che più di tutto ti sembrerà strano, ho perso a calcio e non mi sono arrabbiato. Nemmeno quando il tizio che adesso dorme qui vicino a me mi ha rifilato un calcione. Dovresti vederlo, Juliet: avrà più di 20 anni, ma è molto più biondo del figlio di tua cugina. Si chiama Jurgen, o qualcosa del genere. Fra un po' si dovrà svegliare e tornare dai suoi.
Peccato che Tom non sia qui a festeggiare con noi. Non sono riusciti a rimuovere quella maledetta scheggia. E' morto ieri mattina all'alba

Ypres, 1 gennaio 1915"      

Nessun commento:

Posta un commento