"Ascoltami, Elena.
Alla cerimonia non potevo non esserci, ma non avrei mai dovuto accettare anche l'invito per il pranzo. Seduto al vostro tavolo, poi.
No, grazie. Certo che il vino è ottimo, migliore di quello che bevo di solito. E' che...ti sembrerà strano, ma non sono abituato a bere vino.
No, dai. Vai anche tu con lo sposo a fare il giro dei tavoli. E' la tua festa e mica la devi passare con me. Non ho nessun problema a parlare con i tuoi genitori, zii e cugini, cosa credi?
No, non ti accompagno in giardino. La mia assenza passerebbe inosservata, ma la tua? E dai qualche bacio allo sposo ogni tanto...
No, anche se non me l'hai ancora chiesto te lo dico in anticipo: decisamente non mi piace che mi guardi così. E non mi interessa cosa c'è stato, secondo me o secondo te. Questa cosa non ha alcun senso e lo sai anche tu. Proprio oggi, poi.
Senti, ora devo proprio andare. Lo sai benissimo che ho un altro matrimonio fra meno di un'ora.
No, non possono aspettare. Lo capisci perfettamente anche tu.
Ciao e sii felice".
Pronunciate queste parole, Don Carlo si alzò e si avviò verso la macchina. Gli altri sposi sarebbero arrivati fra poco nella chiesa di cui era il parroco da meno di un anno.
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